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ALONE, TOGETHER
L’UNO È IL MOLTO

Questo progetto riflette il ruolo del soggetto in un progetto di comunità. Come la costruzione di tessuti richiede l’unione e il lavoro di una moltitudine di filati, o l’idea del coreografo come soggetto si materializza nell’esecuzione del corpo di ballo, Carolina Mazzolari ci permette di riflettere sulla relazione imprescindibile tra soggetto e comunità in un’osservazione antropologica della società. Il concetto di comunità ci permette di ripensare il nostro futuro.

Proiezioni di grandi dimensioni, un’installazione onnicomprensiva di tessuti mossi del vento, diventa in questa opera di Carolina Mazzolari una metafora evocativa dei rituali degli spazi di lavoro collettivo delle donne. La galleria Domus Civica si trova nel quartiere delle Chiovere a Venezia, un’area che anticamente era utilizzata alla pratica storica delle lavanderie pubbliche all’aperto. Si tratta di spazi di lavoro e di comunità dove ci si riuniva per stendere e tirare ai chiodi, i ‘ciovi’, tessuti lavati o tinteggiati. Mazzolari crea un ambiente suggestivo che cambia all’alternarsi del giorno e della notte. Nelle grandi finestre dell’edificio appare un’installazione di stoffe animate dal soffio del vento. L’installazione ricostruisce il rituale delle donne e della biancheria appena lavata, appesa ai fili dei balconi ad asciugare. Di giorno, i passanti vedranno questa installazione di stoffe mossa da ventilatori e di notte, il project mapping dell’opera prenderà possesso dello spazio, proiettati sulla tela in movimento, illuminando le stanze e le finestre della galleria. Mazzolari presenterà un arazzo realizzato come sintesi plastica del lavoro video, elemento principale della sua pratica artistica.

Il lavoro video proiettato è una coreografia eseguita e immaginata da McNally e Mazzolari durante il periodo di isolamento imposto dalla pandemia del covid 2020-2021. Radicato nella solidarietà e nella femminilità, questa coreografia raffigura un rito ispirato ai suddetti atti collettivi del lavoro femminile: l’atto di immergere, strofinare e asciugare la biancheria. L’elemento finale di questa installazione site-specific sarà una serie di performance urbane di danza pubblica all’aperto che si svolgeranno sulla Via de Le Chiovere fuori le mura dello spazio della galleria, coinvolgendo la comunità locale che entra nel tessuto sociale e urbano della città di Venezia. Successivamente la coreografia di McNally, sarà eseguita da ballerine e ballerini acrobatici italiani locali.

McNally commenta la coreografia:
“Sono stata ispirata dal modo in cui il corpo si muove durante il processo di lavaggio e tintura dei tessuti. Mi interessa trasformare i movimenti all’interno di questi rituali quotidiani – che è di per sé coreografia – nel linguaggio della danza”.

I lunghi mesi di isolamento e distanziamento sociale dovuti dal COVID-19 hanno avuto un impatto sulle produzioni teatrali, ma hanno anche fornito nuove opportunità concettuali e far emergere i temi del lavoro, tra cui la sorellanza, il cameratismo, le relazione umane, le ripetizione e lo spazio nel mondo del lavoro. McNally ha iniziato la coreografia da remoto mentre era in isolamento a casa. Successivamente, McNally si è recata con l’artista nella riserva nazionale protetta delle acque di Portofino per completare le riprese di questo progetto.

Il film è ambientato su un enorme albero caduto che galleggia vicino a una riva: l’acqua è un’ode alla storia di queste lavanderie pubbliche. I primi piani e il rallentatore nell’opera onirica catturano l’essenza fisica della ballerina. È la trasfigurazione di un atto storico e collettivo di sforzi femminili, in una coreografia liberatoria dove Mazzolari e McNally trasformano il tradizionale, estenuante lavoro di lavaggio e tintura delle stoffe in una performance drammatica, immersa nell’acqua e nella natura. Il filmato della danza solista nell’acqua del parco nazionale italiano di Portofino si fonde con una performance in studio di una scatola nera, e le due sfere contrastanti dell’esistenza svaniscono l’una nell’altra. Mazzolari esplora le dualità intrinseche utilizzando coreografie a doppia visione, dove movimento, acqua e musica condividono una profonda connessione di plasticità. La colonna sonora è composta da Mazzolari e Chrys Ward, e prodotta da Arthur Baker. In gran parte influenzata dal lavoro di Mira Calix, la musica dell’opera si basa sulla sua ricerca approfondita sul campo e sul suo desiderio di sovrapporre suono, rituale e ritmo.

Mazzolari afferma descrivendo questa sua ultima opera “All’interno della performance c’è una moltitudine di metafore legate alla percezione del corpo in movimento. Lavorando insieme in equipe e cercando nuove forme espressive, abbiamo voluto esprimere il potere e la profondità dei questa esperienza femminile condivisa ormai perduta. Sentimenti di perdita per rituali tradizionali e spazi collettivi, combinati con la potenzialità della catarsi in compiti umili e ripetitivi. Una celebrazione ritualistica per le acque della citta. L’Uno è il Molto nasce da una lunga ricerca in questi temi, sviluppati negli anni in una serie di video-ritratti girati da Mazzolari e iniziati con la collaborazione con Deborah Gismondi (ex ballerina alla Scala di Milano) nel 2011 in Italia. Intitolati I Dance Alone e I-II-III, questi video-ritratti miravano a catturare l’ethos delle donne/danzatrici che sembravano rompere con il repertorio classico di danza e il corpo diventa elemento essenziale del movimento stesso e occupa lo spazio e la coreografia di scena. Inizialmente, questi video avevano come obiettivo la ricerca del movimento del corpo e della plasticità dei tessuti in acqua. Successivamente, Mazzolari e Gismondi hanno compreso l’evoluzione di questa ricerca e la nascita di un progetto più ampio e sicuramente più ambizioso di indagine artistica nel mondo della danza e antropologico sociale del genere femminile. Nel 2012 Mazzolari ha collaborato con l’artista Conrad Shawcross, producendo tessuti per i costumi di Machina, una commissione del Royal Ballet, parte di un triplo tributo a Dame Monica Mason durante il programma delle Olimpiadi di Londra 2012. È qui che Mazzolari con Ilaria Martello, attualmente senior costume production manager alla Royal Opera House di Londra e produttrice esecutiva di Alone, Together (2021) si sono conosciute. 

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